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La Pirografia
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- Pubblicato: Martedì, 19 Maggio 2015 00:14
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La Pirografia (dal greco antico: "scrittura col fuoco") è l'arte di incidere su qualsiasi materiale naturale tramite l'utilizzo di una punta di ferro arroventata ed è stata una delle più rudimentali forme di espressione, un'arte tribale, primitiva e forse per questo ancor oggi purtroppo considerata un'arte minore, povera.
Sono tuttavia pochissime le testimonianze.
Un vaso raffigurante fiori e colibrì risalente al 700 a.C. a Nazca in Perù, è forse il reperto più significativo.
Ma si trovano anche moltissime decorazioni su manufatti, oggetti personali, utensili e zucche essiccate. Praticata da un vasto numero di culture antiche, inclusi gli Egiziani e alcune tribù dell'Africa, la pirografia era già in uso ai tempi dei Tuareg, dei Cabili, dei popoli dell'Europa centrale e dell'America del Sud.
In Gran Bretagna è presente nelle travi delle case tudoriane o come implemento agli intarsi del XVIII° secolo e alla decorazione dei mobili. Persino artisti come Dürer e Rembrandt pare abbiano avuto esperienze con essa.
Difficile poterla collocare in un periodo e luogo ben preciso; certo è che ebbe il suo momento di massima espansione durante l'era vittoriana e la nascita del movimento Arts & Crafts quando le riviste iniziarono a pubblicizzarla incoraggiando le donne della borghesia a dedicarvisi per hobby o per lavoro.
Conosciuta fino ad allora come Poker Art o Poker Work (attizzatoio, ferro scaldato e arroventato sul carbone) era considerata un'arte rude e di difficile esecuzione a causa della scarsa capacità della punta di mantenere costante il calore durante tutta la fase di lavorazione.
Si avvertì presto l'esigenza di inventare un sistema che potesse risolvere questo inconveniente e dopo innumerevoli tentativi si arrivò alla soluzione grazie all'invenzione di una sorta di vaporizzatore per il profumo contenente benzene collegato ad un soffietto e ad un tubicino di gomma con punta finale in platino, preriscaldata sulla fiamma generata dalla combustione.
Il sistema si rivelò tuttavia difficile e faticoso dovendo azionare velocemente il soffietto con una mano e allo stesso tempo incidere con l'altra.
Ma la vera "svolta" di questa tecnica si dovrà ad un architetto australiano di nome Alfred Smart che scoprì il modo di applicare, come mai accaduto prima di allora, le prime colorazioni e ombreggiature.
La nascita dell'elettricità nel XX° secolo semplificò ancor di più il processo di lavorazione attraverso lo sviluppo dei primi strumenti elettrici.
Dai primi pirografi creati sulla base di semplici ferri per saldatura si è arrivati alle più perfezionate e sofisticate macchine dei nostri tempi.
Il moderno Pirografo è composto da una specie di penna dall'impugnatura di plastica isolante con una punta di ferro terminale in nichel-cromo o platino, riscaldata da una resistenza elettrica alimentata da un trasformatore che converte la corrente di rete in corrente a bassa tensione.
Il colore è ottenuto unicamente dalle bruciature del legno nelle sue intensità generate dal passaggio della punta arroventata sul supporto utilizzato.
Colori caldi e naturali si amalgamano perfettamente alle venature e ai nodi del legno in una sovrapposizione di trasparenze di straordinaria bellezza.
Il disegno prende vita e tenta di emergere dalla materia pur restando incastonato e imprigionato tra le fibre del legno in un magico gioco di piani, luci e ombre e ogni segno impresso inizia a vivere una propria vitalità, data dall'esperienza e dell'estro dell'artista.
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